CONFERENZA – venerdì 22 marzo 2019, ore 18.30
Di Leonardo Caffo
Nel film Au hasard Balthazar (Robert Bresson, 1966), la sorte di un asino e le sue vicende di sofferenza e solitudine mettono in scena una metafora dello stare al mondo, attraverso lo sguardo animale. La nostra sorte, diceva il filosofo Jean Grenier, è comune, ed è per questo che, continuava, non ho vergogna a parlare di animali.
La filosofia e l’arte contemporanea stanno dedicando grande attenzione alla riflessione sulla vita, hanno sempre più dimestichezza con l’ecologia, l’animalità, la vita vegetale. Si pensi per esempio alla recente inaugurazione della mostra Broken Nature curata da Paola Antonelli alla Triennale di Milano, o alle ricerche sulla vita vegetale di filosofi come Emanuele Coccia e scienziati come Stefano Mancuso.
Eppure qualcosa ci sfugge, scrive il filosofo Leonardo Caffo. Perché la parola deve farsi immagine e svanire per comprendere la vita? si chiede. E ancora, in che misura la sfida dell’animalità o del pensiero vegetale altro non sono, a essere onesti, modi per dire che dovremmo addirittura smetterla di essere umani? Da Balthazar al postumano contemporaneo: cosa resta, se resta qualcosa, dell’umanità che viene? ci chiede.
E noi di luogo_e, incuriositi, Leonardo Caffo l’abbiamo invitato per parlare con lui di animalità, di asinità e di umanità, per cercare insieme qualche risposta alle sue domande in occasione del primo accadimento legato alla mostra collettiva La facoltà dell’asino.
Leonardo Caffo è filosofo, curatore e scrittore. Insegna Filosofia del Progetto al Politecnico di Torino e Studi Curatoriali e Fenomenologia delle Arti Visive alla NABA Nuova Accademia di Belle Arti a Milano. Occasionalmente insegna anche alla Scuola Holden di Torino e al Made Program di Siracusa. Curatore e fondatore di Waiting Posthuman Studio, direttore artistico del programma di Walden Milano di cui è co-fondatore, ha curato decine di mostre, festival e progetti per istituzioni quali il Museo di Storia Naturale di Trieste, Palazzo Manin a Udine, la Triennale di Milano, il Mildura Contemporary Institute of Arts in Australia, il Comprensorio del Castello Maniace ad Ortigia, il Museo d’Arte Contemporanea Castello di Rivoli a Torino, il Salone Internazionale del Mobile di Milano, il comune di Volterra, la Collezione Maramotti (Max Mara) a Reggio Emilia. Collaboratore fisso del Corriere della Sera, scrive anche per L’Espresso, per Domus e per il Manifesto. Tra i suoi numerosi libri si segnalano Margini dell’umanità (Mimesis, 2014), A come Animale (Bompiani, 2015), An Art for the Other (Lantern, 2015), La vita di ogni giorno (Einaudi, 2016), Fragile Umanità (Einaudi, 2017), Costruire futuri (Bompiani, 2018), Vegan (Einaudi, 2018). Co-dirige la rivista di Critical Studies Animot, ha vinto il Premio Internazionale Frascati per la Filosofia (2015), e conduce su Radio 3 RAI la trasmissione L’Umanità e altri animali.