[15 novembre 2024 – 18 gennaio 2025 * giovedì, venerdì, sabato 14 – 19]
Inaugurazione venerdì 15 novembre, dalle 14 alle 21
Nell’ambito di ArtDate – Festival di Arte Contemporanea, XIV Edizione – DIVORARE
Chiara Brambilla, Mara Callegaro, Elias Canetti, Pier Paolo Catini, Fëdor Dostoevskij,
Olmo Erba, Joan Fontcuberta, Franz Kafka, Curzio Malaparte, Edoardo Manzoni,
Fabiola Skraqi, Bernardo Tirabosco, Luca Zarattini, anonimi incisori del XVIII sec.
Ci si abitua a tutto, dicono. Basta un po’ di tempo perché diventi consuetudine, e anche il peggiore degli scenari possibili diventa familiare. Diviene casa, pure se è scomodo, sconveniente.
Dopo i primi attimi di smarrimento, quelli in cui si è addentati e deglutiti, del fatto di vivere dentro lo stomaco di chi ci ha inghiottiti ci si può addirittura dimenticare.
Se in principio si scalpitava e si gridava ai quattro venti la denuncia dell’osceno divoramento subìto, a poco a poco si finisce per acclimatarsi nel caldo e morbido ventre di chi ci ha catturati, vi si prende residenza. è allora che si corrono i rischi peggiori: si nuota a larghe bracciate nei succhi gastrici, si permette a quel corpo tiranno di digerirci, di assimilarci, di renderci scarti.
In una società che più che mai è stomaco ingordo, i cui reflussi acidi non sentono ragioni e vorrebbero corrodere tutto e tutti, la mostra che luogo_e propone in occasione della XIV edizione di ArtDate è un invito a resistere al lavoro meschino di un apparato digerente sempre in moto, pronto ad addentare, sminuzzare, digerire, espellere senza riguardi.
Al grido potente di Digeriti mai, luogo_e segue curioso un piccolo ma combattivo corteo di artisti, chiamati a rapporto con opere capaci di trattare tanto ciò che è gustoso quanto il repellente, opere in bilico tra il digestivo, l’indigeribile e il già digerito.
È un breve viaggio tra ciò che le diverse epoche hanno dipinto appetibile, alla scoperta dei tanti modi di mangiare, assaggiare, divorare, consumare. Un tour tra i diversi tipi di fame, non sempre famelici in senso letterale, ma non per questo meno voraci. Una corsa verso la via d’uscita, verso quel che resta di ogni forma di assimilazione, più o meno colpevole.
Un viaggio breve, si diceva, ma mai quanto quello nel tubo digerente. Quindi, attenzione: digeriti mai!